lunedì 23 marzo 2009

GINNASTICA FEMMINILE

Perché dopo il parto, quando starnutisco mi scappa la pipi!?”
Anni fa, con questo tarlo in testa, ho parlato con la mia ginecologa (in Italia). Le ho chiesto sull'uso di sfere vaginali, per rinforzare i muscoli pelvici. Oggi so che lei mi avrebbe potuto parlare di esercizi di Kegel, pompoarismo, yoga tantrico, pesini vaginali, ben-wa, danza del ventre, preghiere a Nostra Signora delle Vagine…
Invece mi ha guardato come se io fossi un uccellino raro a tre zampe.“Sfere vaginali? Palline tailandesi... ma! Tanto sei giovane ti passerà… Se proprio vuoi, provaci pure... brava!” In quel brava si celava un'sbrigativo “avanti il prossimo”. Ci sarà stata anche un’spruzzatina d’ignoranza? Oppure ci sono ginecologi che preferiscono appiopparci le tena lady, più tosto che le geisha balls?
E va beh! Tanto, io sono una che se la fa andare bene... Dopo una wiki-ricerca e un ordine a un sexy shop online, ho avuto le mie geisha balls, da abbinate con esercizi che hanno a che fare con la postura e la respirazione.

Dopo averle guardato storto per due giorni, chiedendomi: "E adesso?!" Mi sono decisa a introdurle nalla aposita vagina. Tanto ero stuffa delle perdite urinarie... Peggio non poteva andare.
" Che Dio me la mandi buona... Se capterà di soffiarmi il naso e sti cosi mi rotoleranno giù per le gambe, mentre faccio la spesa."
Ho imparando sul campo che le palline non rischiavano di scappare. Anzi, il loro movimento dentro di me, mi insegnavano a percepire le sensazioni leggere dei muscoli interni. Alcune sensazioni sono simili a quelle degli assorbenti interni, che ci siamo abituate a ignorare. Anzi, gli assorbenti interni, per più pratici che siano, aiutano a dimenticare la sensibilità della vagina.
Combinare le sfere agli esercizi di Kegel è un’esperienza sensibilizzante e terapeutica. Il pavimento pelvico, combatte una guerra diaria contro la gravità, nel sostenere gli organi pelvici e gravidanze.
Se noi donne siamo benedette con validissime zone sessuali interne. Perché allora spesso consideriamo le nostre vagine come canale del parto o luogo-soggiorno del pene? Ambi due eventi sociali che richiedono la presenza di un’altra persona. Come è riduttivo focalizzare l’eccitazione femminile soltanto nella clitoride! Frustrante sperare nell’invenzione di un navigatore satellitare per il punto G.
Non è che le sfere siano quasi sconosciute, perché non sono a forma di pene? Che secondo quello che abbiamo imparato durante la vita, fanno meraviglie nella nostra vagina. Le sfere sono unicamente femminili e autosufficienti.Ci insegnano a sentire il nostro interno in modo diverso, indipendente della riproduzione o dalla penetrazione peniana. Ci vuole molta pazienza, ma il risultato può condurre una donna oltre i limiti della sessualità insegnata (o non insegnata) nella cultura occidentale, che fondamentalmente ci inculca una sorta di “negligenza vaginale”.
Le geisha balls sono due palline tenute insieme da una cordicella di silicone antiallergico che passa al loro interno, come nei tampax. Si inseriscono e si sfilano come un assorbente interno. Possono essere in plastica, silicone o metallo. All’interno sono cave, perché contengono altre due palline, che a seconda del movimento del nostro corpo, oscillano e vibrano, producendo piacevoli sensazioni.
Gli esercizi rinforzano i muscoli perineali, e possono eliminanre l’incontinenza urinaria. L’uso delle sfere al di là dei benefici, si rivela piacevole anche sotto l’aspetto sessuale. l’orgasmo è da considerarsi un effetto collaterale dell’uso continuato di questo giochino. Si può anche imparare a "massaggiare” il pene con contrazioni volontarie della parte interna della vulva. Fra l'altro fare esercizi aiuta la circolazione linfatica, perciò anche all’orgasmo, visto che è un fenomeno vascolare. Tutte cose da geisha, ma a portata di qualsiasi casalinga paziente e risoluta.
Comunque è cosa buona parlarne con un ginecologo, o un fisioterapista. Io ho avuto informazioni valide con l'instrutrice di anti ginastica, gran conoscitrice dei muscoli perineali e delle emozioni che comandano il nostro corpo.
In Brasile è facile che te lo spieghi il ginecologo. Li ci sono anche lezione di pompoarismo.
Non è meglio optare per l’eliminazione di perdite urinarie e avere mega orgasmi? Oppure la storia del “perché io valgo” ci serve solo nella scelta dello shampoo?
Le geisha balls sono fra i sex toys più antichi del mondo. Discreti e si possono indossare da per tutto. Secondo me le migliori sono quelle in silicone. Quelle di metallo fanno rumore mentre cammini.
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lunedì 16 marzo 2009

FANTASMI

Leggere i tarocchi, cos'è se non rievocare i fantasmi? Niente a che fare col “le voci”, “le presenze”, ma si col rievocare parti di noi stessi.
La scorsa settimana, per la seconda volta ho avuto una chiacchierata tarocchiana con Morena Poltronieri, lei mi ha letto le carte col metodo Peladan ed io ho buttato lì la domanda sull’amore... Accidenti a me! Pochi minuti e i miei fantasmi gironzolavano disastrosamente per la stanza.
La ruota era a favore, ma che ci vuole? Sono bravissima a girare assieme ai vortici, aggiustando qualsiasi situazione strana mi capti a tiro, per fare
stare bene tutti. Anche a detta di mia madre, io guarderei il mondo attraverso uno sguardo materno, finendo per adottare troppa gente...
La stella brillava in alto come l'ago della bilancia...
Il mago mi era contro. Per una che gira nella ruota, avere sul tavolo del mago tutti gli elementi necessari e non farne uso è da imbranati cronici... Quanto all'imperatore, mai una volta che non scappi fuori questo arcano se indago sull’amore. Disastro totale, già che l'imperatore non ha bisogno di una madre.
Il matto si era piazzato in centro come sintesi. Lascia pure stare, che che il matto possa essere paragonato allo sciamano. Per me il matto è quello irresponsabile e incosciente, che non sa gestire la propria vita e ne meno i propri pantaloni, già che se ne va in giro incurante dell'animale che gli abbassa rendendolo ridicolo! Accidenti a me, che ho voluto sapere sull'amore! Probabilmente per riuscire ad usare gli elementi del mago, dovrei metterci un briciolo di follia, ma sono sempre quella che che gira nella ruota, dunque includere la follia è deleterio. Perciò il matto, quando riguarda me stessa, mi stà veramente sui zebedei.
Comunque, anche se frugare nella mattazza fantasmagorica del proprio io, non è una passeggiata, sono ancora nella fase in cui mi piace più farmi leggere le carte da un bravo tarologo, più tosto che leggerla io ad’altri. Mi ha fatto piacere sentire le parole belle di Morena sul mio potenziale, ma continua a farmi strano quando le carte evidenziano cose poco belle. So che non c’entro nulla con i guai altrui, ma se non mi sento a mio aggio, probabilmente non ho ancora fatto tutti i conti con me stessa. La persona a chi più serve la conoscenza che cerco sono io stessa.

Se è vero che leggere ad altri è leggersi. Ben venga la rievocazione dei giusti fantasmi e il confronto diretto dei propri draghi. Che la dea benedica lo sciagurato “gruppo di ricerca degli amici-cavia”.

venerdì 6 marzo 2009

ITACA...OVVERO l'avventura del viaggio

Un eremita, dopo molti anni di studi, riesce a decifrare il linguaggio degli animali.
Un pomeriggio camminando per il paese, sente un somaro e un cane conversando.
“Tu dovresti diventare vegetariano”, diceva il somaro al cane.

“Hai ragione”, disse l’eremita imiscchiandosi fra loro. “Questo ci avvicina a Dio”:
Gli animali, sorpresi, guardano l’uomo.
“Allora io posso aiutarvi”, commenta l’eremita. “perché capisco cosa dicono gli animali”.
“Pero non sai cosa gli animali pensano”, risponde il somaro. “Sapere una lingua no é sufficiente. É necessario comprendere la natura degli altri”.
(Paulo Coelho)
Con i tarocchi non basta soltanto conoscere il significato delle carte. Anche dopo aver conosciuto la loro struttura, ci vuole persistenza. Hanno una struttura che si basta. Comprende le scienze occulte come alchimia, ermetismo, gnosticismo, astrologia, numerologia, cabala, teosofia, magia e anche le non occulte come filosofia, istoria, psicologia, antropologia, simbologia, linguistica e mitologia. (Mi basterrano i neuroni per tutt'esta roba?!)
"Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze..."
Aquisita tutta questa conoscenza, probabilmente si comprende di più l'essere umano, i fatti naturali e i fatti della vita. Non serve buttarsi a capofitto sui manuali. Ne meno digerire come pronte le parole prese, ma comprenderle e poi dimenticare la pratica scientifica. Ci vuole un’approssimazione umile e ingenua, sopra tutto ricca di sensibilità alle immagini. Una vera sfida
"... raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattuto non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni e che da vecchio,
metta piedi sull'isola ,tu,ricco dei tesori
accumulati per la strada senza aspettarti ricchezze da Itaca..."
I tarocchi mi hanno sedotta, perché non si lasciano prendere facilmente. Esprimere le immagini con parole, usando l’arte dell’immaginazione, comporta aprirsi all’anima del mondo. Capire quello che le immagini conversano archetipicamente fra loro, fa la differenza nel momento della interpretazione.
"Itaca ti ha dato un bel viaggio
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio:che cos'altro ti aspetti?"
Nonostante non mi sia facile. Per mia meraviglia continuo il viaggio nell'arte dell'indovinare, che è immaginare con esattezza. Con i tarocchi la ricchezza del viaggio sta nel compimento dei passi.
"...quando nei porti, finalmente e con gioia, toccherai terra, tu per la prima volta negli impori fenici, indugia ed acquista madreperle, corali, ebano e ambre, tutta merce fine, anche profumi penetranti di ogni sorta, più profumi inebrianti che puoi. Va in molte città egizie. Impara una quantità di cose dai dotti..."
(C.Kavafis)

martedì 3 marzo 2009

DEPILAZIONE BRASILIANA


PROVACI. DIVENTERA' BELLISSIMA.
È stato così che ho deciso, per libera e spontanea pressione delle amiche, di arrendermi alla depilazione dell’inguine.
Mi avevano assicurato che mi sarei sentita dieci chili più leggera, ma credo che i peli non pesino così tanto. Che il mio moroso impazzirebbe. Che non avrei più potuto farne a meno. Immaginavo il dolore, perché almeno loro mi avevano avvisato che sarebbe successo. Però non me l’aspettavo, che dietro a tutto questo, molto dietro, c’era un’industria porno-ginecologica-estetica.
- Ciao, voglio un appuntamento per depilazione con Penelope.
- Depilazione di cosa?
- Inguine.
- Normale o scavata?
Mi sono bloccata. Che ne so io cosa sarebbe una depilazione a inguine scavato? Ma già che lo facevo, tanto valeva farlo per bene.
- Si! Scavata.
- Domani, alle … lasciami vedere … alle 13?

- Ok.Arrivato il giorno in cui avrei perso dieci chili, ho pranzato cose leggere, perché non sapevo cosa aspettarmi। Mi sono vestita bene, tanto per essere chic. Ho scelto una mutanda presentabile. E sono andata. Penelope mi aspettava. Ragazza alta, mulatta, bellona. E vai! Diventerò come lei!! L’ho seguita fino al locale dove il rituale si sarebbe realizzato. Dopo la sala d’aspetto, attraverso un lungo corridoio: da un lato il muro e dall’altro diverse tende bianche. Dietro le tende si sentivano gemiti, grida, chiacchiere. Un miscuglio di “Caligola” con “four rooms Tarantino”. Ho sentito un freddolino nella pancia, senza aprire ne anche un bottone.
Ecco che arriviamo al nostro angolino: una barella, circondata da tende.
- Cara, puoi sdraiarti.Mi sono tolta i pantaloni e timidamente, mi sono sdraiata in mutande nella barella. Pero Penelope non mi ha manco guardata. Si è girata di spalle davanti a un tavolino. Li c’erano gli apparecchi di tortura. Ho visto cose strane. Un pentolino, un rasoio elettrico, una pinza. Mio Dio! Era veramente “four rooms”. All’improvviso lei si è girata con uno spago in mano. Ho finto che fosse naturale. Che cosa avrebbe fatto con quello? Mi sono sorpresa quando lei ha passato lo spago per le laterali della mutandina e ha stretto forte.
- Vuoi beeene scavata vero?
- É… si, si.
Penelope ha lasciato che la mutandina coprisse soltanto una sottile fascia della Abigail, nome affettuoso del mio organo. Mi sono scordata di presentarla prima.
- I peli sono troppo alti, Taglierò un po’ altrimenti sarà molto doloroso.
- Ah. Si, giusto.

Giusto sti due maroni! Non capivo un cavolo di quello che lei faceva, ma mi sono fidata.
All’improvviso, lei torna dal tavolino di tortura con una spatola bisunta di una melma vischiosa e calda (vedevo dal fumo).
- Puoi aprire le gambe.
- Cosi?
- No cara. Come una farfalla, sai? Piega le ginocchia e poi butta ogni gamba da una parte.
- Spalancata, no?
Lei ha riso. Che situazione. Pe ha passato il primo strato di cera calda nel mio inguine vergine. Bello, caldino, gradevole. Fino al momento dello strappo. È stato veloce e fatale. Ho creduto che tutta la pelle del mio corpo si fosse staccata, che soltanto il mio scheletro fosse rimasto nella barella. Non ho avuto il coraggio di guardare. Pensavo che il mio sangue stesse sgorgando sul pavimento. Ho anche cercato con gli occhi la mia borsa, escogitando la possibilità di chiamare Samu. Tutto questo cercando di concentrarmi nell’espressione, per fingere che era tutto supernaturale.
Penelope mi ha chiesto se andava tutto bene nel notarmi viola. Mi ero scordata di respirare. Avevo paura che mi facesse troppo male.
- Tutto bene. E te?Lei ha riso ancora, come chi pensa “che ragazza strana”. Deve avere imparato a essere simpatica per mantenere le clienti.
Il processo medievale ha continuato. Ad ogni strappo volevo strozzare Penelope. Mi ricordavo le mie amiche raccomandandomi la depilazione e mi convincevo che era una gran fregatura, solo per farmi soffrire. Tutte raccomandano a tutte perché si sono stancate di soffrire da sole.
- Vuoi che tolga dalle labbra?
- No, voglio solo l’inguine, i baffetti no.
- No, cara, le labbra di lei qui.
No, no, ferma tutto. Depilare le grandi labbra??? Porca puttana, che idea. Però ho accettato. Chi sta nella barella deve farsi fottere.
- Ah, strappa tutto. Fai in modo che ne valga la pena, per piacere.Non bastasse la mia condizione, la depilatrice di fianco invade il chioschino di Penelope, e da una controllata a Abigail.
- Guarda, sta diventando bellissima questa depilazione.
- Ma và, è pieno di peli incarniti qui. Guarda da vicino.
Se ci fosse rimasto qualche pelino, avrebbe dondolato con la respirazione delle due. Stavano appiccicate lì. Ho chiuso gli occhi e sperato che fosse un incubo. “Portami via da qui, Dio, teletrasportami”. Sono tornata in terra quando fra alcuni blablabla ho sentito la parola pinza.
- Darò una pinzatina qui perché sono rimasti alcuni pelini, va bene?
- Puoi pinzare, tanto è tutto addormentato, non sento niente.
Mi sbagliavo. Ho sentito ogni pizzicotto di quella maledetta pinza, strappare pelini resistenti nella pelle già addolorata. Volevo ammazzarla. Non sapendo che il motivo per questo era in arrivo.
- Ci mettiamo di fianco adesso?
- Eh?
- Sdraiarsi su un fianco per fare la parte scavata.
Peggio non poteva diventare. Ho obbedito a Penelope. Mi sono sdraiata di fianco e ho aspettato gli ordini.
- Tieni la chiappa qui!
- Eh?
- Questa parte qui. Tirala su per allontanarla dall’altra chiappa.
Volevo piangere. Non potevo vedere quello che Pe vedeva. Lei era faccia a faccia con lui, l’occhio che niente vede. Quanti avevano visto, alla luce del giorno, quella scena? Nemmeno la mia ginecologa. Volevo piangere, gridare, scoreggiargli in faccia, come se potessi avvelenarla. Già pensavo lei che si sveglia di notte con un incubo. E il marito domanda:
- Che c’è, Pe?
- Niente … ho sognato ancora il culo di una cliente.
Ma all’improvviso sono stata nuovamente portata alla realtà. Ho sentito la coccola falsa della cera calda ungere il mio Twin Peaks. Non sapevo se avere più paura dello strappo o vergogna della situazione. Sicuramente lei vedrà mille buchi del culo al giorno. Tutto sommato, questo alleviava la mia situazione. Perché lei dovrebbe ricordarsi proprio del mio fra tanti? E allora mi viene da pensare: ‘spetta un attimo, ma c’è pelo anche lì?
Non ho fatto in tempo a fare la domanda che Pe ha strappato la cera. Ho pensato che tutto il culo se ne fosse andato via in un solo strappo. Pe ha sradicato qualsiasi cosa ci fosse stato lì. Certamente non rimaneva nemmeno una pieghina. Intanto io morsavo il cuscino e grugnivo. Suoni gutturali, parolacce, preghiere, tutto assieme.
- Girati dall’altra parte.
Cazzo…perché non ha strappato tutto in una volta? Mi sono girata e mi sono tenuta ancora la chiappa. Ancora peggio. La megera del salottino di fianco apre di nuovo la tenda.
- Penelope, mi presti un ciuffo di cotone?Appena una lacrima solitaria è scesa dai miei occhi. Era troppo dolore, troppa vergogna. Non aveva senso. Mi stavo depilando per chi?
Nessuno avrebbe visto Giacomino tanto da vicino in quel modo. Soltanto Penelope . E adesso la vicina inconveniente.
- Abbiamo finito. Puoi girarti che passo il rasoio elettrico.
- Per cosa?
- Per lasciarla col pelo basso, come un campo da calcio.
- Fa male?
- Ma va! Per niente.
- Va beh. E passa sta merda di rasoio…
- Abbassa la mutandina, per piacere.
Sono stati due secondi di shock estremo. Abbassa la mutandina? Come mai qualcuno dice questo senza prima accarezzarti i seni? Ma il shock è stato sostituito da una totale redenzione. Lei ha visto tutto, dalla figa al culo. Cosa sarà mai abbassare una mutandina? Questa parte non ha fatto male davvero, è stato anche gradevole.
- Ecco fatto. Posso passare il talco?
- Si, va bene, facciamola brizzolata.
- E’ bellissima! Sei pronta per fare sesso.
Sesso … Sesso?! Quello che sentivo era sete di vendetta. Ammetto che il risultato è bello, liscio, setoso. Ma sentivo dolore e fastidio di troppo. Volevo ammazzare le mie amiche, diventare femminista, morire pelosa, creare un corteo di protesta, creare una legge di antidepilazione scavata, creare un dominio … http://www.fighepelose.com.br/
Questa è la traduzione di depilaçao a brasileira di CALCINHAS NO BOX, che a loro volta hanno preso da altri. Gira in rete da parecchio in portoguese. Io l'ho soltanto tradotta in italiano.
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