La papessa è una sacerdotessa. La rappresentazione di Iside, la dea della notte profonda, fonte di ogni fecondità e trasformazione. E’ una donna in alleanza col mistero, in comunione con l’energia delle cose. Calma silenziosa e impenetrabile.
La clausura nel tempio, convento o chiostro viene simboleggiata dalla tenda, che suggerisce isolamento, attesa, solitudine scelta o subita. Il colore bianco del mantello, indica il desiderio di ricevere il calore di una passione amorosa, spirituale o creativa. L’azzurro del vestito corrisponde all’aria, soffio che alimenta la vita e sensibilità femminile. Il fuoco è l’ardore vitale, divorante. Il libro che tiene fra le mani rimanda allo studio della conoscenza.
La papessa è spesso vista come iniziatrice, maga o sacerdotessa. E’ una donna che crede nel formare coppia basandosi sull’unione delle anime.
Per me la papessa è come una di quelle donne che sembrano perennemente avvolte in un aura monalisiana (che pur se ci provo un sacco a me non riesce mai). Una sorta di donna del mistero. Quella che sa, anche se spesso sceglie di non dire. Insomma tutto il contrario di me, che prima parlo, poi penso, quando mi va bene.