domenica 26 luglio 2009

DEPILAZIONE BRASILIANA (riedizione)

DEPILAZIONE BRASILIANA


PROVACI. DIVENTERA' BELLISSIMA.È stato così che ho deciso, per libera e spontanea pressione delle amiche, di arrendermi alla depilazione dell’inguine.
Mi avevano assicurato che mi sarei sentita dieci chili più leggera, ma credo che i peli non pesino così tanto. Che il mio moroso impazzirebbe. Che non avrei più potuto farne a meno. Immaginavo il dolore, perché almeno loro mi avevano avvisato che sarebbe successo. Però non me l’aspettavo, che dietro a tutto questo, molto dietro, c’era un’industria porno-ginecologica-estetica.
- Ciao, voglio un appuntamento per depilazione con Penelope.
- Depilazione di cosa?
- Inguine.
- Normale o scavata?
Mi sono bloccata. Che ne so io cosa sarebbe una depilazione a inguine scavato? Ma già che lo facevo, tanto valeva farlo per bene.
- Si! Scavata.
- Domani, alle … lasciami vedere … alle 13?

- Ok.Arrivato il giorno in cui avrei perso dieci chili, ho pranzato cose leggere, perché non sapevo cosa aspettarmi। Mi sono vestita bene, tanto per essere chic. Ho scelto una mutanda presentabile. E sono andata. Penelope mi aspettava. Ragazza alta, mulatta, bellona. E vai! Diventerò come lei!! L’ho seguita fino al locale dove il rituale si sarebbe realizzato. Dopo la sala d’aspetto, attraverso un lungo corridoio: da un lato il muro e dall’altro diverse tende bianche. Dietro le tende si sentivano gemiti, grida, chiacchiere. Un miscuglio di “Caligola” con “Hostel/ Tarantino”. Ho sentito un freddolino nella pancia, senza aprire ne anche un bottone.
Ecco che arriviamo al nostro angolino: una barella, circondata da tende.
- Cara, puoi sdraiarti.Mi sono tolta i pantaloni e timidamente, mi sono sdraiata in mutande nella barella. Pero Penelope non mi ha manco guardata. Si è girata di spalle davanti a un tavolino. Li c’erano gli apparecchi di tortura. Ho visto cose strane. Un pentolino, un rasoio elettrico, una pinza. Mio Dio! Era veramente “Hostel”. All’improvviso lei si è girata con uno spago in mano. Ho finto che fosse naturale. Che cosa avrebbe fatto con quello? Mi sono sorpresa quando lei ha passato lo spago per le laterali della mutandina e ha stretto forte.
- Vuoi beeene scavata vero?
- É… si, si.
Penelope ha lasciato che la mutandina coprisse soltanto una sottile fascia della Abigail, nome affettuoso del mio organo. Mi sono scordata di presentarla prima.
- I peli sono troppo alti, Taglierò un po’ altrimenti sarà molto doloroso.
- Ah. Si, giusto.

Giusto sti due maroni! Non capivo un cavolo di quello che lei faceva, ma mi sono fidata.
All’improvviso, lei torna dal tavolino di tortura con una spatola bisunta di una melma vischiosa e calda (vedevo dal fumo).
- Puoi aprire le gambe.
- Cosi?
- No cara. Come una farfalla, sai? Piega le ginocchia e poi butta ogni gamba da una parte.
- Spalancata, no?
Lei ha riso. Che situazione. Pe ha passato il primo strato di cera calda nel mio inguine vergine. Bello, caldino, gradevole. Fino al momento dello strappo. È stato veloce e fatale. Ho creduto che tutta la pelle del mio corpo si fosse staccata, che soltanto il mio scheletro fosse rimasto nella barella. Non ho avuto il coraggio di guardare. Pensavo che il mio sangue stesse sgorgando sul pavimento. Ho anche cercato con gli occhi la mia borsa, escogitando la possibilità di chiamare Samu. Tutto questo cercando di concentrarmi nell’espressione, per fingere che era tutto supernaturale.
Penelope mi ha chiesto se andava tutto bene nel notarmi viola. Mi ero scordata di respirare. Avevo paura che mi facesse troppo male.
- Tutto bene. E te?Lei ha riso ancora, come chi pensa “che ragazza strana”. Deve avere imparato a essere simpatica per mantenere le clienti.
Il processo medievale ha continuato. Ad ogni strappo volevo strozzare Penelope. Mi ricordavo le mie amiche raccomandandomi la depilazione e mi convincevo che era una gran fregatura, solo per farmi soffrire. Tutte raccomandano a tutte perché si sono stancate di soffrire da sole.
- Vuoi che tolga dalle labbra?
- No, voglio solo l’inguine, i baffetti no.
- No, cara, le labbra di lei qui.
No, no, ferma tutto. Depilare le grandi labbra??? Porca puttana, che idea. Però ho accettato. Chi sta nella barella deve farsi fottere.
- Ah, strappa tutto. Fai in modo che ne valga la pena, per piacere.Non bastasse la mia condizione, la depilatrice di fianco invade il chioschino di Penelope, e da una controllata a Abigail.
- Guarda, sta diventando bellissima questa depilazione.
- Ma và, è pieno di peli incarniti qui. Guarda da vicino.
Se ci fosse rimasto qualche pelino, avrebbe dondolato con la respirazione delle due. Stavano appiccicate lì. Ho chiuso gli occhi e sperato che fosse un incubo. “Portami via da qui, Dio, teletrasportami”. Sono tornata in terra quando fra alcuni blablabla ho sentito la parola pinza.
- Darò una pinzatina qui perché sono rimasti alcuni pelini, va bene?
- Puoi pinzare, tanto è tutto addormentato, non sento niente.
Mi sbagliavo. Ho sentito ogni pizzicotto di quella maledetta pinza, strappare pelini resistenti nella pelle già addolorata. Volevo ammazzarla. Non sapendo che il motivo per questo era in arrivo.
- Ci mettiamo di fianco adesso?
- Eh?
- Sdraiarsi su un fianco per fare la parte scavata.
Peggio non poteva diventare. Ho obbedito a Penelope. Mi sono sdraiata di fianco e ho aspettato gli ordini.
- Tieni la chiappa qui!
- Eh?
- Questa parte qui. Tirala su per allontanarla dall’altra chiappa.
Volevo piangere. Non potevo vedere quello che Pe vedeva. Lei era faccia a faccia con lui, l’occhio che niente vede. Quanti avevano visto, alla luce del giorno, quella scena? Nemmeno la mia ginecologa. Volevo piangere, gridare, scoreggiargli in faccia, come se potessi avvelenarla. Già pensavo lei che si sveglia di notte con un incubo. E il marito domanda:
- Che c’è, Pe?
- Niente … ho sognato ancora il culo di una cliente.
Ma all’improvviso sono stata nuovamente portata alla realtà. Ho sentito la coccola falsa della cera calda ungere il mio Twin Peaks. Non sapevo se avere più paura dello strappo o vergogna della situazione. Sicuramente lei vedrà mille buchi del culo al giorno. Tutto sommato, questo alleviava la mia situazione. Perché lei dovrebbe ricordarsi proprio del mio fra tanti? E allora mi viene da pensare: ‘spetta un attimo, ma c’è pelo anche lì?
Non ho fatto in tempo a fare la domanda che Pe ha strappato la cera. Ho pensato che tutto il culo se ne fosse andato via in un solo strappo. Pe ha sradicato qualsiasi cosa ci fosse stato lì. Certamente non rimaneva nemmeno una pieghina. Intanto io morsavo il cuscino e grugnivo. Suoni gutturali, parolacce, preghiere, tutto assieme.
- Girati dall’altra parte.
Cazzo…perché non ha strappato tutto in una volta? Mi sono girata e mi sono tenuta ancora la chiappa. Ancora peggio. La megera del salottino di fianco apre di nuovo la tenda.
- Penelope, mi presti un ciuffo di cotone?Appena una lacrima solitaria è scesa dai miei occhi. Era troppo dolore, troppa vergogna. Non aveva senso. Mi stavo depilando per chi?
Nessuno avrebbe visto Giacomino tanto da vicino in quel modo. Soltanto Penelope . E adesso la vicina inconveniente.
- Abbiamo finito. Puoi girarti che passo il rasoio elettrico.
- Per cosa?
- Per lasciarla col pelo basso, come un campo da calcio.
- Fa male?
- Ma va! Per niente.
- Va beh. E passa sta merda di rasoio…
- Abbassa la mutandina, per piacere.
Sono stati due secondi di shock estremo. Abbassa la mutandina? Come mai qualcuno dice questo senza prima accarezzarti i seni? Ma il shock è stato sostituito da una totale redenzione. Lei ha visto tutto, dalla figa al culo. Cosa sarà mai abbassare una mutandina? Questa parte non ha fatto male davvero, è stato anche gradevole.
- Ecco fatto. Posso passare il talco?
- Si, va bene, facciamola brizzolata.
- E’ bellissima! Sei pronta per fare sesso.
Sesso … Sesso?! Quello che sentivo era sete di vendetta. Ammetto che il risultato è bello, liscio, setoso. Ma sentivo dolore e fastidio di troppo. Volevo ammazzare le mie amiche, diventare femminista, morire pelosa, creare un corteo di protesta, creare una legge di antidepilazione scavata, creare un portale … http://www.fighepelose.com.br/

Questa è la traduzione di depilaçao a brasileira di CALCINHAS NO BOX, che a loro volta hanno preso da altri. Gira in rete da parecchio in portoguese. Io l'ho soltanto tradotta in italiano.
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lunedì 20 luglio 2009

TRE DI COPPE

Brindare è un gesto di istintiva ricettività alla gioia. Una commemorazione contagiante.


Il tre di coppe dipinto dalla illustratrice Pamela Colman Smith è inspirato alla danza delle Tre Grazie, fanciulle generate da Afrodite e Dionisio, per insegnare agli uomini


un percorso trascendentale delle

energie. Le tre giovani
incarnano, nella figura classica, la

perfezione a cui ogni uomo deve tendere, nonché le tre qualità che una donna dovrebbe avere


Eufrosine è la gioia, l’euforia dell’anima.

Aglaia è lo splendore della bellezza interiore.

Talia è la prosperità e sapienza dell’anima


Dalle Tre Grazie sono emerse le muse, porte di accesso alla creatività, alle arti. Le Muse insegnano che il vero peccato è non coltivare l’amore per la bellezza, l’arte e la mente delle donne,

dotata di energia generatrice della vita.

Il tre di coppe parla del festeggiare le propria capacità spirituali nell’organizzare i ricorsi materiali… Le due coppe in basso rappresentano il maschile-animus e il femminile-anima, che si uniscono per creare un sogno.

Essere pronti a cogliere il bello e festeggiarlo è il vero senso del tre di coppe.

Alzo una coppa a tutti quanti per un brindisi fraterno alle buone nuove!

mercoledì 15 luglio 2009

LA FORZA

Se da piccoli si combattono cose grandi, le corazze le trascini anche da adulto, da per tutto.
Serve imparare alcune cose da capo. A usare io proprio magnetismo personale, istinto, carisma sensualità, conquista e coraggio. Tutto quanto con perspicacia e diplomazia nel per affrontare le persone e i fatti avversi.
Io sono la regina dello inciampare in me stessa e nelle mie corazze. Troppo pronta a prendere l’iniziativa; a lavorare oltre i limiti del mio fisico; a cambiare le gomme della macchina col pancione; a frequentare più castorama che le profumerie… E a chiedermi se davvero esistono uomini su cui poggiare la testa sulla spalla a piangere!!!
Ironia della sorte mi esce sempre la carta della forza!!!
Una donna graziosa, senza apparente sforzi domina un leone. Le mani delicate accarezzano la belva, tenendo il controllo delle falce con intelligenza e astuzia, vicino al proprio ventre. L’energia suprema che vince paura è un concentrato di delicatezza. Fra loro c'è una sorta di complicità che intorpidisce i sensi, quasi un piacere sensuale nel lasciarsi andare.

L’arcano XI parla del potere della mente contro la forza brutta.

Ci invita a mettere alla prova la fiducia in noi stessi con auto controllo e disciplina. A confrontaci con le nostre impulsività trattenute, le ansie e i desideri repressi.
Quando non affrontiamo i problemi, non facciamo altro che chiudere le belve in gabbia, risparmiando chi ci sta attorno e tenendoci i rospi dentro… Invece affrontare i problemi è scoprire che Il leone ci alimenta e noi alimentiamo il leone. Che non c’è da temere quando conosciamo la nostra forza e le divergenze dentro di noi, sono poli da attingere con fiducia e sicurezza per creare equilibrio.



Che la forza sia con voi! E che soprattuto sapiate dosare il leone e la dama, perché l’alchimia fra loro è la vera magia.

giovedì 2 luglio 2009

GLI AMANTI

Viviamo alla ricerca del piacere, ma in realtà siamo più pronti a indietreggiare, che andare verso al piacere, bloccati dalle regole morali, sociali, religiose e politiche.
La carta degli amanti, oltre a caratterizare amore e erotismo, annuncia un momento di scelta, in cui non si può rimanere statici ai sentimenti. E' il risveglio di nuove prospettive. Anche con possibili rinunce e conflitti interni del caso.
Che la nostra vita abbia un termine, ci da nell'intimo, l’urgenza di vivere le cose con intensità, scegliendo quello che ci da piacere, coscienti di quanto sia speciale e preziosa la vita e il godimento.
Nelle iconografie più antiche, l’arcano VI s’inspira alla scena mitologica di Ercole assediato da due bellissime fanciulle: Virtù, brava donna, che le mostra un’esistenza di lotte e sforzi con risultati gloriosi e Vizio, gran gnocca, che le mostra la vita goduriosa di chi limita le proprie ambizioni. Ercole deve scegliere fra la donna austera o la baccante dispensatrice di piaceri...
Rappresenta un momento di doppia sollecitazione. Un bivio etico-morale in cui è chiaro che qualsiasi decisione è meglio del dubbio, del dilemma del giusto o sbagliato.
L 'arcano degli amanti mostra il desiderio di un’unione speciale, benedeta da un angelo, ma rappresenta anche le relazioni. Le scelte sociali ed emozionali, con i suoi dubbio e i conflitti interni.
E' il momento in cui si smette di immaginare che cosa ci può piacere, per incominciare fare quello che ci piace, perché nessuno decide per noi.
Anche cupido aspetta sopra le testa degli amanti e non scocca la freccia, finché decisione non viene presa, perché nell'innamoramento non c'è bisogno di scegliere. L’amore non temporeggia, snobba il piano intelletuale e l’inquietudine vissuta di chi cerca qualcosa e non trova.
La carta degli amanti evidenzia la lotta fra l'incosciente e il cosciente, la ragione e l’emozione. La dualità dell’animo umano, che caratterizzano questo arcano, mostrando che attraverso il dubbio e le tentazione imposte dalla vita, l’uomo deve raggiungere le sue decisioni e cosi l’equilibrio.
L’uomo si realizza amando. La forza di attrazione dell'amore è la forza più potente dell’universo.