lunedì 27 aprile 2009

GLI SBAGLI DI DIO

Da bambina, io come tutti i bambini, credevo ciecamente a quello che dicevano gli adulti. Anche alle cose assurde tipo: la cicogna porta i bambini, mango+latte fa male, mango+ananas ammassa, le hawaianas girate all’incontrario portano male… DIFFICILE CHE DIO SBAGLI.
Quest’ultima, la più frequente, era intonata di continuo dagli adulti di fronte alle difficoltà. Mia Nonna davanti a una torta che non lievitava. Mia madre per insegnarmi la tabellina del 7. Mio padre per i derby del Flamengo....
Io ci credevo! DIFFICILE CHE DIO SBAGLI… I’onnipotente sa sempre cosa fare. Mai un’ombra di dubbio. Fa sempre centro. Ci azzecca punto e basta.
Pero, nulla come gli anni e la vita per provarci, che non tutto ciò che si dice è vero. Non voglio bestemmiare o beffarmi del santo nome in vanno. Lascia pure che io non sia fra le più timorate… Ma comunque, ora mi sono impuntata. Voglio provare che Dio sbaglia, e spesso anche di brutto! Basta guardarsi attorno e si comferma che ho ragione, ma non voglio essere la solita rompe coglioni, col dito puntato sul lavoro degli altri. Allora elencherò soltanto 10 sbagli di Dio, il resto lo fatte voi. D'altronde io ancora vorrei entrare in cielo, dalla porta principale, se non è chiedere troppo.

1- Dio ha farcito di doppie consonanti la lingua italiana. Soltanto per fregare gli extracomunitari scribacchini come me.

2- Dio ha creato due stralunati come Marina Doria e Vittorio Emanuele e non soddisfatto, con la cagata, ha permesso che loro si conoscessero, si sposassero e mettessero al mondo la creatura Emanuele Filiberto. Tornassero in Italia… dove la creatura si è data alla pubblicità, ballato in TV e si è immischiato in politica. Oh mio Dio! Facci prendere il fiato Signore…

3- Dio o ha permesso a Bayron Moreno di arbitrare la partita Italia-Corea del moldiale 2002. Se l’arbitro fossi stato mia nonna avrebbe fatto di meglio!

4- Intanto che nel mondo spopolavano Rolling Stones, Beatles e Pink Floyd. Dio a messo in Italia Albano Carrisi a sfornare Nel Sole e Felicità… A Guantanamo dopo il primo acuto, confessano tutto.

5- Dio Non mi ha dato ne tettone ne sedere a mandolino (due sbagli fatali in un colpo solo);

6- Dio ha creato Emilio Fede, da una costola di Berlusconi e la creatura è convinta che la sua missione nel mondo sia fare felice il Cavaliere. Ma per-l’amor-di-dio Dio!

7- Dio ha inventato i processi geometrici e ha deciso che questo doveva essere insegnato alle medie.

8- Dio ha dato un uccello a Bossi, che andava in giro urlando che ce l’aveva duro. (effetti collaterali dell'overdose di viagra?)

9- Creando il buon Berlusconi, lo ha sovraccaricato con testosterone avariato. Ora la creatura vaga per il mondo come un playboy-despotico-sorridente, con libertà di sparare minchiate che rasentano gli incidenti diplomatici e governare il paese in modo giullaresco, mentre cova il desiderio di prendere il posto dell’onnipotente. Svegliati Signore!

10- Dio ha riempito i ciccioli di calorie. Non poteva dividerle con la lattuga?

Ecco fatto! Mi sono appena data una zappata sui piedi puntando il dito sui 10 sbagli divini. Aspettiate un po’ prima di mandarmi all’inferno, già che cercherò di rimediare con l’onnipotente scrivendo prossimamente dieci cose azzeccatissime fatte da Dio.

Anche se ho raggiunto una discreta fase di evoluzione intellettuale. I post di gente mentalmente più illuminata di me, mi fanno rosicare. Questo post è spudoratamente inspirato a uno di Cruela. Anche lei è seguace dell sano ispirarsi ai post altrui.

giovedì 23 aprile 2009

RODA VIVA

Durante la dittatura militare in Brasile, la censura castrava la libertà d’espressione, cosi la metafora era il pane quotidiano di chi lavorava con le parole.
Chico Buarque, un campione nel dribbling del linguaggio figurato, con la canzone Roda Viva, rappresentò l’inquietudine sociale dell’epoca. Il disorientamento davanti alla situazione assurda della dittatura. Con ricordi di filastrocche, riferimenti ai giochi infantili e la formula dall’apparenza innocente. Questa canzone risulta quasi surrealista e enigmatica. Esprime la frustrazione per il girare incessante della ruota (la dittatura), che scandiva i movimenti della vita dei brasiliani. Dal lavoro al divertimento, tutto continuamente interrotto in modo frustrante, inaspettato. Chico con una profusione di ruote, ha espresso la sensazione di malessere del caos quotidiano. Tutto filtrato con maestria in versi incantatori. E’ riuscito a dire la verità, dribblano la censura. Descrivendo i paradossi e suggerendo, un po' come il linguaggio dei tarocchi.



Soltanto tornando sui propri passi, vediamo cosa abbiamo lasciato incompiuto, per essere stati trascinati dalla ruota nella corrente angosciante del preoccuparsi con vari problemi allo stesso tempo.

giovedì 16 aprile 2009

LA LUNA


La carta della luna è quella delle sfide, delle incertezze.
Un granchio seminascosto osserva la luna, attratto dal suo misterioso magnetismo. Per inseguire quel bagliore, nella notte semi iluminata, serve arrivare in fondo alla strada.
Sul percorso ci sono due cani, custodi del futuro, uno difensore della parte spirituale, l’altro della parte materiale. Entrambi ululano alla luna, reclamando nutrimento, mentre assorbono l’ansia che emana dal granchio.
Oltre i cani ci sono due torri, una è la ragione, l’altra la curiosità umana.
Il granchio è incerto se lasciare il comodo laghetto delle emozioni, dove l’acqua è densa di tepore uterino. Si chiede se i cane siano feroci; se la strada non sia troppo lunga; cosa ci sia oltre le torri. Al granchio piace mettere in ordine il passato, prima di agire sul futuro in modo libero e purificato. Pensa e temporeggia. Lui, come la luna, compie un cammino a ritroso, nascendo a ponente e morendo a levante.
Il granchio è un’idealista, aspira il contatto con la luna.
Per compiere il tragitto dovrà essere concentrato, non notare nulla’altro che se stesso. Cosi facendo diventerà invisibile ai cani e finirà per scoprire che la sua comunione con la luna, c’è sempre stata.

La luna è la proiezione del nostro io. Il contato con la luna è quello con l’intuizione, il tesoro occulto che tutti ci portiamo dentro. Chi compie questo tragitto, ascolta il proprio inconscio e regala a se stesso l’auto conoscenza.
Affrontare la notte scura è la sfida suprema dei tarocchi. Nella magia l’intenzione è decisiva, la concentrazione fondamentale, la focalizzazione determinante.
Leggere le carte è come camminare di notte. Ci vogliono idee chiare e soliti propositi. E’ come affrontare la paura del buio, fidandosi delle proprie capacità, dei propri sensi, dell’intuizione. E’ scoprire che la notte non è nemica. Che la paura esiste più nella nostra testa che nella realtà. E’ fidarsi di se stessi e dell’intuizione, già che non abbiamo soltanto la visione, ma tutti gli altri sensi a guidarci nel poggiare con accortezza i piedi, affrontando le proprie paure, per provare sensazioni e percezioni, che altrimenti ci sfuggirebbero.

mercoledì 1 aprile 2009

Il MITO DELLA CAVERNA NELL’ERA DELLE DIASPORE

Cambiare paese può essere spaventoso, deludente, bello… E’ come addentrarsi in una caverna sconosciuta cercando riparo. Attratti dal fascino ambiguo degli antri, in cui potrebbero celarsi tesori nascosti, ma anche belve feroci o spiriti malvagi.
La soglia Brasile-Italia, io l'ho varcata a vent'anni. Oltrepassando la nuova dimensione esistenziale, col rango di sposa-souvenir. Sono entrata nella caverna, disposta a combattere i draghi con le cerbottane. Ho assimilato la nuova cultura, ma anche accettato le ombre sul muro come fatti reali, fino a perdere la nozione della realtà. Tanto la realtà era tutta da imparare…

Che io vivessi un bellissimo matrimonio-sbagliato,
in terra straniera, era caverna nella caverna. Spesso mi sono sentita completamente abbattibile.
In una nuova dimensione, non ci resta che scegliere se disperarsi, o imparare a muoversi. Dopo sei anni di sotto-caverna. Cercando le mie verità. Mi sono fatta guidare dalla luce: sostegno psicologico e consigli legali del telefono-rosa…
Una volta fuori, la contemplazione del mondo superiore, che equivale all’elevazione dell’anima al mondo intelligibile. Mi ha chiarito sull’idea del bene, della ragione che è il sole e causa di tutto ciò che è retto e bello.
La luce ci fa capire quanto siamo validi come persone e quanto c'è di sbagliato, nelle grotte in cui ci infiliamo. La fregatura, è che una volta fuori, è chiaro che la consapevolezza, data dalla luce, difficilmente si può passare a chi è rimasto dentro. L'esperienza della mente non è trasmissibile. Provare a farlo significa rientrare nelle caverne da cui siamo scappati, facendoci anche deridere, da chi mai avendo visto la luce, non capisce la nuova persona che siamo e molto meno perché il buio della caverna, ora dia fastidio ai nostri occhi, ormai abituati alla luce.
L'Italia per me, era una sorta di rifugio in cui vivere in auto esilio politico-sociale-economico. Col tempo "ho fatto pace" col Brasile e periodicamente ci torno, ma ora il senso di "caverna", per me si è spostato li. La persona che sono diventata, vivendo in Italia, vede attraverso la lente d'ingrandimento, cose a cui ormai non sono più abituata. Cosi cerco di fare in modo, che nella mia testa, l'Italia diventi il “mio paese”, più di quanto sia riuscito a mio bisnonno, Gennaro Valeriano, fare "suo" il Brasile di fine ottocento, dove sbarcò rachitico e analfabeta. Trovandosi addosso il caldo tropicale e animali sconosciuti. Lavorando nelle piantagioni di caffè al posto degli schiavi appena liberati, che venivano sostituiti dagli italiani.

Non siamo tutti esiliati, continuamente in transito fra mondi-matrix?

Oh merda! (o forze è meglio per dindirindina?) Se risposta è no. Sono ancora impantanata dentro qualche matirx-caverna... Ecco perché mi succedono un po' troppe cose...